Lo evidenzia il primo "Monitoraggio delle risposte alle epidemie di epatite B e C negli Stati UE/SEE", pubblicato dall'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) in concomitanza con la Spring European Testing Week
Circa 3,9 milioni di europei convivono con l'epatite C e 4,5 con l'epatite B, per un totale di quasi 9 milioni di persone che hanno contratto epatiti, e molti dei quali ancora non hanno una diagnosi. A spiegarlo è il primo "Monitoraggio delle risposte alle epidemie di epatite B e C negli Stati UE/SEE", pubblicato dall'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) in concomitanza con la Spring European Testing Week, la settimana di sensibilizzazione sull'importanza di individuare chi ha contratto Hiv o epatiti virali. Nella regione europea il rapporto registra un'ampia variazione tra i diversi paesi, con stime di prevalenza nella popolazione generale che arrivano fino al 4,4% per l'epatite B e al 5,9% per l'epatite C. In particolare un'elevata prevalenza di epatite B è riportata in alcuni gruppi a rischio come tra i detenuti (25,2% di positivi in Bulgaria) e tra i tossicodipendenti (5,6% a Cipro).
La vaccinazione è una componente importante di qualsiasi strategia di prevenzione dell'epatite B e i dati indicano che sebbene 4 paesi non abbiano una politica per la vaccinazione universale dei bambini, l'83% dei paesi UE che implementano la vaccinazione infantile ha raggiunto una copertura del 90% con tre dosi. Mancano però dati sulla copertura tra detenuti ed eroinomani. Circa un terzo di tutti i paesi non ha un piano d'azione per la prevenzione e il controllo delle epatiti e, di quelli che ne dispongono, "quasi la metà non ha avuto alcun finanziamento per l'attuazione". Spesso, infine, molti degli infettati non sanno di esserlo. Per "massimizzare i benefici del trattamento, è fondamentale diagnosticare le persone il prima possibile", spiega l'Ecdc. Questo l'obiettivo della #EuroTestWeek di primavera in corso dal 15 al 22 maggio: una campagna di sensibilizzazione sull'importanza estendere i test per l'HIV o l'epatite virale a più persone possibile.
A fare il punto è Lamberto Reggiani, coordinatore della diagnostica ambulatoriale della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri
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